Bottega Storica, Milano, Martin Luciano

un importante elemento di memoria, una preziosa testimonianza di cultura e tradizione, patrimonio culturale della nostra città.

 

Le botteghe Storiche

Sono una delle grandi ricchezze di Milano, sono l'anima pulsante di una città in continua evoluzione, sono una realtà che non si arrende, che guarda sempre avanti, sono un sogno che continua per tutta la vita.
Le grandi aziende nate qui o arrivate con l'obbiettivo di un successo vero, concreto, occupano i palazzi bellissimi di fine '800 nel centro storico, inorgogliscono chi le guarda e il mondo ce le invidia.
Poi, dietro l'angolo di piccole vie nascoste, appaiono delle attività che sono ferme nel tempo, dove generazioni dopo generazioni, tramandano antichi mestieri e virtù sorprendenti.
Eccellenze artigianali e capacità manuali non da tutti.

Le Botteghe Storiche sono nate così, magari per caso senza uno scopo preciso o un desiderio inconscio di creare, dalla genialità di chi per gioco o per passione ha sperimentato, osato, pensandoci bene forse anche solo per necessità.

Ecco noi siamo questo.

Tra tanti altri, in un piccolo esercito di storie personali, incontri casuali ma unici, irripetibili e comunque sempre insieme con ancora tanta voglia di fare.

 

 

“Quando arrivai avevo 150 lire in tasca. Adesso, dopo decine di anni di Naviglio, la gente fa la fila per venirmi a trovare”.
Così diceva Luciano Martin, uno dei più antichi “ragazzi dell’Alzaia”, allegro e possente proprietario di un grandissimo capannone di abbigliamento nuovo e usato, militare e civile. A soli 16 anni, lasciava a Padova la famiglia d’origine e veniva a Milano a cercar fortuna.

Nel 1938 iniziava una sua attività di commercio che consisteva nello scambio di merce con altra merce. Di lì a qualche anno, sposatosi con Bruna, trovò casa e aprì un magazzino in Alzaia Naviglio Grande. Era appena finita la guerra, gli americani avevano lasciato di tutto. Spuntavano i campi ARA dove erano raccolti tutti i residuati bellici. Luciano, con intraprendenza e tenacia, si gettò in questa impresa. Insieme all’acquisto di vecchi teloni dismessi dalle Ferrovie dello Stato e di sacchi  usati che contenevano caffè, riso, viti e chiodi e si industriò nella loro trasformazione, riparazione, riadattamento per poi rivenderli ad altre botteghe.
Questo l’inizio del negozio “Tutto per operai”, l’unico nel suo genere che ebbe tra i suoi clienti più importanti l’Alemagna, il Teatro della Scala e soprattutto fu pioniere, grazie a una brillante intuizione della signora Bruna, dell’importazione dei primi jeans dall’America.