Siamo circa nel 1925 e Luciano ancora ragazzino, lascia Piazzola sul Brenta (Pd). Con mezzi di fortuna arriva a Milano. Sono anni difficili e incastonati tra la Grande Guerra, l'epidemia di Spagnola e la crisi mondiale che esploderà nel 1929. Pur amando il paese d'origine, capisce che la città può dargli un lavoro ed una vita migliore; quindi comincia la sua attività di operaio artigiano facendo scambi di merce contro cibo e viceversa. Conosce per caso un imprenditore di Genova che gli dà lavoro nel grande deposito ligure dove arrivano le navi dall'India con grosse balle di juta, imbarcate nei porti di Calcutta e di Chittagong.
Breve cenno storico: la juta è una delle più antiche fibre tessili naturali ricavata dalla corteccia di una pianta erbacea cespugliosa, utilizzata già ai tempi dei faraoni. In Egitto si coltivava perché forniva anche cibo nutriente (le foglie). Proveniente per l'80% circa dall'area del Gange in India, arriva in Europa intorno al 1700, sviluppando un floridissimo commercio sino agli anni '70, quando sul mercato compaiono fibre tessili sintetiche più economiche. In Italia lo jutificio di Piazzola sul Brenta (segno del destino paese d'origine di Luciano), il cui proprietario era il Conte Paolo Camerini (segno del destino datore di lavoro del papà di Luciano), acquista i filati grezzi di juta scaricandoli al porto di Venezia e dando lavoro a 120 persone, avviando in questo modo una formidabile attività che nel suo picco massimo consente l'assunzione di manodopera fino a 1200 unità.
A Genova, Luciano impara l'arte per poi tornare a Milano quando l'azienda ligure chiude. Nel 1938 ormai uomo, avvia una vera e propria attività di recupero delle materie tessili da imballo. Acquista juta nuova e usata, ritira sacchi dalle torrefazioni di caffè, coltivatori di erbe medicinali, importatori di spezie, riserie e mulini nel pavese, manifatture tabacchi.
E così i sacchi vuoti e riutilizzati prendono il nome dal paese di origine, dal loro marchio, dal loro utilizzo. Ecco i sacchi CONGO, ZAIRE, CAFFE', CACAO, RIGA VIOLA, RIGA VERDE, TRE RIGHE, BOMBAY, VALLONIA, MOGIA, AUSTRALIANI, SISAL, QUINTALINI. Ritira la Juta dall'Esercito Italiano e da chi importa carne congelata. Produce anche sacchi nuovi che vende a prestigiose case per le confezioni regalo come Alemagna, Motta, Caffè Bonomi, Amaro Braulio, Profumi Victor, Gioielli Cascio Linea.
Fa tingere nel bresciano, le pezze intere con colori vegetali per chi chiede sacchetti colorati. Quelli usati (magari tagliati da sacchi più grandi) sono destinati alle arginature durante le esondazioni, o per il contenimento di minuteria metallica. Con la canapa (altra fibra completamente vegetale e naturale), confeziona sacconi tubolari per valori e corrispondenza (Banca Commerciale Italiana, Banca Popolare di Milano, Credito Artigiano, ecc. ecc.).
Le macchine da cucire sono il maggior investimento che Luciano fa, costano molto e sono soggette ad usura perché il materiale da cucire è molto asciutto e polveroso. Acqua e sostanze grasse vegetali servono a rendere più scorrevoli le cuciture e meno faticoso il lavoro delle macchiniste. Ecco allora le "Herakles" e le "Anteus" della Union Special, azienda leader dal 1949 nata in Illinois e in Germania e ancora le "Singer", non ultime le mitiche "Necchi" italiane. Macchine che fanno i rammendi, le cuciture a sopraggitto, a rettilineo secondo le necessità, la resistenza e la portata che dovrà avere il sacco.
Negli anni '70, in Italia viene realizzata una nuova fibra completamente sintetica: il politene che darà vita al polipropilene (costruito e distribuito poi definitivamente dalla Cina che ne assorbe il mercato). Il costo è molto basso e mette fuori gioco le fibre naturali per gli usi più comuni. Non abbiamo mai abbandonato la juta, è diventata una materia rara e pregiata per chi vuole rendere unico un prodotto. Da noi è disponibile ancora oggi e sempre, in varie altezze sia a metro che a peso per grosse quantità. Altrettanto per i sacchi in juta che continuiamo a produrre e vendere in tante misure.
Siamo molto legati a questa tela, perché fa parte della nostra storia e anche un po' della nostra vita. Ecco il motivo per cui ne parliamo con passione e concludiamo elencando alcune delle sue più importanti qualità:
- E' biodegradabile e riciclabile al 100%
- E' la più economica fibra vegetale
- E' la seconda fibra vegetale più importante dopo il cotone
- Ha un elevato carico di rottura e garantisce un'alta traspirazione del tessuto
- E' completamente priva di elementi narcotici e odorosi.
........non poco, arrivederci!